A volte ritornano, non sempre soli.
Non è che manchi la voglia di postare o di cucinare (quella non manca mai) è semplicemente una questione di concentrazione e ispirazione. Ma chi l’ha detto che l’ispirazione personale deve essere il seme di ogni frutto che nasce qui?
Non è che manchi la voglia di postare o di cucinare (quella non manca mai) è semplicemente una questione di concentrazione e ispirazione. Ma chi l’ha detto che l’ispirazione personale deve essere il seme di ogni frutto che nasce qui?
- Nessuno.
- Appunto. Nel senso che me l’appunto proprio e la
tengo per buona per il futuro.
Di che stiamo parlando? Di ricette ospiti.
Ti capita che sei lì immerso nella natura, mangi, spilucchi,
bevi e fra un panino con il salame e le olive imbatti un dolce. Bello, buono e
fragrante. Ti piace, pensi: merita un posto sul blog.
Lei sorride, e fotografa cercando la luce giusta e dove non c'è riflette.
Io ho fatto solo due cose. Ho assaggiato e adesso batto sulla tastiera cercando
di convincermi che la fragranza si può anche descrivere.
Alla fine scoprirò che non
è così, ma l’importante non è provarci. L’importante è il crederci. Il crederci
è essenziale. E l’essenziale non è insensibile agli occhi.
Quale è il dolce in questione? La sbrisolona. Che poi la
sbrisolona è più un concetto filosofico più che un dolce.
Cosa è che cerchiamo quando si prepara un dolce? Questo lo scopriremo dopo.
In cucina – come in tutto del resto – la costruzione avviene
per somma di ingredienti o per trasformazione: Chiara* d’uovo che monta, cioccolato
che fonde, vaniglia che aromatizza. Il lievito, il riposo in frigo. Tutti
procedimenti con l’unico intento di stabilizzare.
E’ così che parte la preparazione, nel modo più classico, un insieme di gusti e odori che si fondono. Pochi q.b., ma dosi e volumi da attenzionare, temperature da rispettare ed è così che pian piano il tutto prende forma.
Il percorso è conosciuto. La base fa la base, la crema si spalma su di essa.
E’ così che parte la preparazione, nel modo più classico, un insieme di gusti e odori che si fondono. Pochi q.b., ma dosi e volumi da attenzionare, temperature da rispettare ed è così che pian piano il tutto prende forma.
Il percorso è conosciuto. La base fa la base, la crema si spalma su di essa.
Battito d’ali. Ovunque. Basterà un singolo battito d’ali di
farfalla per fare in modo che il prevedibile si trasformi in altro. L’ingrediente
segreto è il kaos.
Si sbriciola l’impasto sulla crema, già, si distrugge un
impasto compatto.
Ma è una decostruzione che sa tanto di nuovo - dura il tempo
di una nevicata – basta il tempo di far adagiare le briciole sulla superficie
per capire che qualcosa di diverso si sta già creando.
Solo dopo, addentandola, si trova ciò che si cercava. La
fragranza.
Tutto il resto è il piacere di lasciarsi accarezzare il
palato dalla crema e dalle briciole.
*Chiara ha fatto il dolce, ma non si è montata la testa.
Esterno giorno
A: Cosa è una crostata di crema di Nutella?
C: No, di certo. La crostata è una cosa certa. Queste sono
certezze sbriciolate. E cosa c’è di più certo di una crostata di Nutella?
Se davanti avete chi cerca il certo sappiate che non merita un pezzo.
Ingredienti
200 g di farina 00
50 g di farina di semola
100 g di mandorle
100 g di burro
130 g di zucchero
2 tuorli
bicarbonato q.b.
1 limone non trattato
sale q.b.
450 g di Nutella
Procedimento
Lavorare il burro con lo zucchero, i tuorli, la
scorza grattugiata del limone e un pizzico di sale. Aggiungere le mandorle
tritate grossolanamente, le farine miscelate e un pizzico di bicarbonato.
Lavorare velocemente “sbriciolando” con le mani. Sistemare metà del composto su
una teglia imburrata e infarinata, spalmare la nutella e completare con l'altra
metà del composto, disposto in briciole sopra la nutella, fino a coprire tutta
la superficie.
Cuocere in forno preriscaldato a 180° per circa 30
minuti.
Far raffreddare, spolverare con zucchero a velo e
servire con tanto amore :)