martedì 21 gennaio 2014

Hamburger, Italia e una bottega. La cultura del cibo spiegata facile facile




Cosa è che rende la cucina italiana la migliore cucina del mondo?
Probabilmente gli ingredienti, la tradizione che abbiamo nel rispettarli e l’amore che proviamo per essi.

Ci è bastato mettere insieme acqua, farina, pomodoro e mozzarella per inventare la pizza e cambiare il mondo. Siamo quella nazione dove puoi vedere che delle persone dopo una giornata di lavoro attendono in fila il pane caldo.

Prendiamo il cibo che più di tutti è stato etichettato come cibo non raffinato o addirittura dannoso: l’hamburger.

Ormai in Italia la moda del famoso panino americano è esplosa, ma non ci siamo fermati a una semplice riproduzione. I locali dove gli hamburger sono riletti in chiave nostrana sono ampiamente diffusi e un “semplice” panino con manzo e contorni si trasforma diventando delizioso.

E’ la nostra cultura ciò che rende i nostri piatti migliori. E’ il nostro modo di concepire il cibo che riesce a dare un carattere alla prepazione.

A Catania c’è Fud, che come nome ha scelto, non a caso bottega.

L’idea è geniale nella sua semplicità. Solo prodotti di ottima qualità dove la tracciabilità non è frutto di chissà quale percorso fra ditte, fornitori e stabilimenti di produzione. I prodotti sono artigianali (compresa la cola), la carne di derivazione locale, ortaggi da colture bio. Non stiamo parlando solo di etichetta “bio”. Addentando un hamburger (pizza o focaccia) si sente una qualità che in molti locali – senza spendere uno sproposito – difficilmente si può trovare.

Forse all’inizio era un esperimento, ma dopo un anno di attività si può già parlare di certezza.

Lo so, sembra una marchetta, ma dire il contrario non sarebbe la verità.

Prima di scrivere questo post ho deciso di tornarci per scrivere con un ricordo più vivido e con la scusa…

Il menù era così composto: Patate cotte a vapore e poi fritte. Una porzione accompagnata da cipolla stufata l’altra con formaggio ragusano e guanciale di suino nero dei nebrodi.
Il panino era carne di manzo siciliano, insalata, pomodoro, provola delle Madonie, uovo fritto, ketchup e maionese bio in pane soffice con semi di sesamo.

Il pane? La sintesi perfetta fra fragranza e sofficità.

Cheesecake, ottimo livello. L’accompagnamento con marmellata di pesca al posto dei “classici” topping l’ho trovata coerente e azzeccata. Dare la possibilità di scegliere il gusto della marmellata può essere un’idea.

Una bottega così è la sintesi perfetta di quella che è la cultura del cibo che ci tramandiamo. La vera forza della cucina italiana non sono le ricette, queste cambiano si plasmano sulle nostre abitudini e soprattutto gusti. Chiudersi a riccio dietro quella che è la nostra storia è un errore. Il segreto è quello di incontrarsi con le altre culture non scontrarsi.

Un hamburger così è siciliano quanto la pasta con le sarde e se le nostre nonne non saranno d’accordo consolatele dicendogli che la loro parmigiana resterà la migliore nei secoli dei secoli.

Nessun commento:

Posta un commento