lunedì 23 dicembre 2013

Zeitgeist. Che in realtà è la vita che scorre

Andando un po' fuori tema rispetto al vera natura del blog la butto sul personale.
E' normale in questo periodo dell'anno essere un po' più meditativi e anche più buoni, forse è poco coerente limitare il tutto a 15 giorni e poi gli altri 350 fregarsene di tutto e di tutti e spesso anche di se stessi, ma chi se ne frega.
Io il Natale l'ho sempre visto come la medicina quando hai l'influenza. Tutti sappiamo che dovremmo mangiare bene, non fumare, non bere, fare movimento, prendere le vitamine e mettere la maglia della salute. Non lo facciamo e poi stiamo male. 
Ma c'è sempre la medicina che ti fa stare di nuovo bene e ti riprometti che ti tratterai meglio.
Così è il Natale, siamo esattamente come dovremmo essere. E come si fa non amare un periodo dell'anno in cui tutti diamo il meglio di noi? 
Credo che questo sia il vero spirito del Natale: una promessa*.
Che dire delle liste? Non c'è nulla di meglio di mettere insieme le cose che sono successe così da sapere cosa ci portiamo dietro in questo nuovo anno. 

Questa è la mia lista. Che funge da resoconto per l'anno passato e da ceck-list per l'anno che verrà, perché queste cose non le butterò dalla finestra allo scoccare della mezzanotte. 

*La citazione è di Nick Fury. Così, per abbassare il tono del post

O.T. Che poi è l'unica cosa veramente a tema con il blog. Io sono per i canditi nel panettone, che si sappia.

 

#casa: come non ricordare che adesso ho una casa


#libri: un capolavoro. Quando vincerà il premio Strega ricordatevi di questo post


#cinema: Oltre l'universo Marvel? Argo credo sia il film di questo 2013 che mi porterò per un bel po'



#serietv: nuovi e vecchi amori. Newsroom, con menzione speciale per Olivia Munn che è seduta nella foto e zampetta nei miei segreti desideri. Breaking Bad, su questo non c'è molto da dire. Ah, c'è sempre How i meet your mother. Il 2013 è stato l'anno in cui abbiamo visto la madre come dimenticarlo?



#musica: A te, Fiorella Mannoia. Il disco è una dedica a Lucio Dalla ed è tutto una carezza
 

#blog: è nato quest'anno e spero che l'anno prossimo crescerà




#tutto il resto: perché in questo post ho messo tutto ciò che posso mettere dentro un post. Il contenuto della valigia lo tengo per me, in ogni senso.



Per finire un video da chi queste cose le sa fare veramente
 



martedì 17 dicembre 2013

Parto a Londra! Tonno subito




C’è una sparizione. Una prova, un’idea e un pesce.
Facciamo un po’ di ordine.

In ogni indagine che si rispetti prima di trovare la conclusione un buon investigatore mette tutti gli elementi in ordine su una lavagna e con un filo collega tutto.

Sembra la storia del seguire i puntini, ma è diverso.

C’è un’idea, quello di fare un blog.

C’è una persona, non è importante ai fini dell’indagine sapere perchè, ma è importante sapere che c’è (immaginando la scena di un film è in contro luce e non sapremo chi è fino alla fine)

Il protagonista di questa storia ha questa idea, la coltiva da un po’, ma gli manca una parte del puzzle. Ci vuole qualcuno che faccia le foto. Lui fa da mangiare, mica le foto.

Con un intervento del destino degno della migliore drammaturgia greca (quello è un Dio, lo so) il nostro protagonista “Incontra Luce” che il caso vuole per mangiare faccia le foto. La storia sembra andare per il meglio. Tutto è chiaro e il lieto fine sembra arrivare.

Ma di foto non se ne vedono. In  compenso la persona in contro luce non fa le foto ma di mangiare mangia.

Arriviamo al giorno fatidico, quello della prova e della sparizione.

Qui entra in gioco un pesce; lei viene a fare un biglietto aereo ma prima scatta una foto al pesce.

Mangia e vola via.  

Sparisce e manda una prova. Manda la foto di quel pesce: accipicchia che foto.



Interno, notte

Il detective da le spalle al suo collaboratore che è seduto in posizione rigida.

Detective: Il caso è chiuso. Il blog c’è, anche senza le foto. La persona c’è ancora, anche se adesso incontra altra luce. Non c’è più il pesce, ma nessuno hai mai fatto denuncia.

Assistente:Ha risolto il giallo?

Detective:Ci sono due verità. La prima, il lieto fine non è sempre quello che ti aspetti. La seconda, era tonno rosso di giallo non c’era nemmeno la pinna.

Foto di Valentina Di Mauro



Tonno e insalata veramente mista

Per 2 persone



2 fette di tonno fresco

2 mele medie oppure 4 piccole

1 finocchio

3 carote

Lattuga romana

1 pompelmo

Olio EVO, sale, pepe e aceto

Primo passaggio: Vinaigrette a base di olio, sale, aceto e succo di pompelmo. Tutto insieme e mescolato.


Tagliare tutti gli ortaggi e le mele à la julienne, cercando di mantenere le stesse dimensioni. Mescolare con la vinaigrette.


Scottate il tonno e salate.


Sul piatto dopo aver formato un letto di ortaggi posizionate il tonno intero o a tocchetti.


Per un gusto più intenso potete aggiungere del succo di limone alla fine, ma questi sono gusti.

 


Foto di Valentina Di Mauro

 

lunedì 9 dicembre 2013

Vellutata di zucca, gamberi e melograno



Ci sono cose che si scoprono tardi, chissà perché poniamo dei limiti ai nostri gusti e ci perdiamo delle cose piacevoli.
La zucca,  nella mia black-list aveva un posto d’onore e non so perché. A memoria non ricordo di un piatto con la zucca che non mi fosse piaciuto. Ma questo è il fatto, la zucca non mi piaceva, anzi, pensavo non mi piacesse.
Poi un domenica pomeriggio decido di cucinarla, era uno dei miei primi piatti variati da una ricetta letta sul web. L’ispirazione ha superato i limiti per poi scoprire che la mia era solo paura, ergo: mi sbagliavo.

Con il tempo ho perfezionato e ormai i piatti con la zucca hanno un posto d’onore in un’altra lista. Quella bella però.

 I gamberi? Perché li trovo perfetti come abbinamento e su questo non torno indietro per buona pace degli amici con la corazza.

Il melograno? Perché cucinare è sperimentare, sperimentare è trovare la propria strada e arricchirla sempre più. Dopo l’ennesimo piatto con la frutta ho capito che è qualcosa in più di un vezzo. E poi il melograno è un frutto romantico, non è bello come l’uva, né armonioso come una mela, non è solare come un’arancia. E’ un gioco, sgranarlo, mangiarlo con le mani, ho visto mangiarlo con il cucchiaino. No, il melograno va mangiato con le mani, che sia uno alla volta o pugni bisogna sporcarsi le mani.

E poi mi è sempre piaciuta la metafora di unire i puntini, come il gioco della settimana enigmistica è stato uno dei miei preferiti, i puntini non sono mai puntini e basta. C’è sempre un disegno dietro i puntini, il vero romanticismo è quello di mettersi lì e vedere cosa verrà fuori.



Vellutata zucca, gamberi e melograno

400 g di zucca

300 g di gamberetti

Mezzo melograno

Olio, sale e pepe

Per il brodo

Scalogno e sedano



Pulite i gamberi e mettete i carapaci in una pentola capiente con lo scalogno, schiacciate in modo da far venire fuori tutti i liquidi, saltateli e sfumateli con del vino bianco. Dopo che sarà sfumato l’alcol aggiungete l’acqua e il sedano. A fuoco basso per 30’.

Fate una dadolata con la zucca, salate e allungate con il brodo (che deve essere filtrato con un colino.

Quando la zucca è pronta aggiungete solo una parte dei gamberi, quando saranno pronti frullateli con un frullatore a immersione.

Nella stessa padella dove si è cotta la zucca fate saltare i gamberi. Aggiungendo un po’ di brodo deglassiamo e lasciamo insaporire i gamberi.

Impiattare mettendo la vellutata i gamberi, un giro di olio EVO e pepe.
Completate il piatto con una pioggia di melograno.
Crostini di pane tostati sono perfetti. Io, preferisco del pane integrale.

I puntini alla fine un messaggio lo portano sempre, può capitare che quello che viene fuori non è quello che ci si aspettava. 
Il segreto è sempre lo stesso: farsi affascinare da quello che non conosciamo. Come in cucina, un piatto sbagliato o un nuovo ingrediente sono tutti piccoli passi. Non bisogna avere paura di provare, perché se non fosse stato per il coraggio staremmo ancora mangiando carne cruda.