giovedì 24 ottobre 2013

Frisella dedicata. Salmone marinato, finocchi e cioccolato modicano.



Questo post è coerente alla preparazione. Breve, saporito e intenso (questo lo spero)
Breve parentesi (tonda). La frisella è una roba a cui sono legato in maniera materna. Non a caso la prima ricetta postato su questo blog è stata proprio una frisella.

Questa nasce con una dedica, perché su Twitter c’è una persona che ama le friselle forse più di me, ma due amori diversi, il mio è un amore lontano, basato sul ricordo, con una scappatella ogni tanto. Lei questo amore lo coltiva e si nutre di esso. Sintetizzando: la frisella è uno stile di vita, ed entrambi a modo nostro l’abbiamo adottato.

Fra i vari tweet avevo promesso una frisella dedicata. Passati i mesi - non pochi rispetto ai miei tempi - eccola qua.

Sfruttando l’ennesima giornata di sole primaverile in questo ottobre siciliano ho preso tutti gli ingredienti, un tagliere, sono uscito in terrazza e l’ho mangiata (dopo averla fotografata) così: buona come il pane, un po’ più dura è rock (semi cit.)




Frisella gioiella

Per due friselle


2 Friselle (io ho scelto quelle integrali)

150 g di salmone affumicato

1 pompelmo rosa

1 finocchio

Cioccolato modicano al sale - Bonajuto Salinae (80% con Sale di Mothya)

Olive taggiasche

Olio, sale grosso, erba cipollina



Preparazione semplicissima.

Inumidire la frisella sotto l’acqua - non troppo – non mi stancherò mai dirlo: deve fare crack”.

Mettere a marinare il salmone, il finocchio tagliato sottilmente, qualche oliva, succo e polpa di pompelmo (ho messo quello rosa, per una maggiore acidità anche il giallo può andar bene)

Mettere tutto sulla frisella e finire con una grattugiata di cioccolato modicano al sale.

Buon appetito con il sole in faccia, e questa alle orecchie.
 


lunedì 7 ottobre 2013

Ricotta fresca e salsa di pomodoro della mamma



Chi l’ha detto che non esistono le mezze stagioni?

Esistono, sono la terra di mezzo, quello spicchio di tempo dove le nemesi si fondono.

Con questa ricetta non voglio insegnare niente a nessuno, è solo una condivisione di pensieri.

Al primo cartello – fatto rigorosamente a mano – sono stato felice, perché il fresco porta con se la ricotta e la ricotta porta dolcezza e cremosità.

Con la ricotta si può praticamente fare di tutto, ma è scientificamente testato. Ho fatto un test con un mio amico che tutti chiamano lo scienziato e per me già questo gli conferisce valenza scientifica – il primo piatto che si prepara è la pasta con la ricotta e la salsa di pomodoro fresco.
 

Salsa di pomodoro che arriva direttamente dalla casa e dal lavoro dei miei genitori. E per lavoro intendo tutto: selezione, acquisto, imbottigliamento e tutto quello che ci sta dietro.

Il pomodoro va in letargo e lascia il posto alla ricotta come simbolo del cibo che sta bene con il freddo e le ultime foglie di basilico sanciscono il patto.

I due sughi li ho serviti divisi, sarà ognuno con la forchetta a mischiarli, perché è una pasta leggera anche nello spirito, ci si può anche un po’ giocare.


 



Spaghetti ricotta fresca e pomodoro

Per 4 persone


320 g di spaghetti

passata di pomodoro 500 ml

ricotta 300 g di ricotta fresca

foglie di basilico

sale e olio q.b.

aglio

Scaldate un po’ di olio e fate imbiondire l’aglio in camicia. In questo caso non faccio il soffritto di cipolla. Perché? Perché andrebbe a conferire alla salsa un punta di dolcezza che – parere personale: non mi piace. Ma soprattutto mescolata con la ricotta diventerebbe eccessiva, la dolcezza – aggiungiamo la passata di pomodoro con dentro le foglie di basilico e i gambi (che verranno tolti a fine cottura), il sale e un pizzico di zucchero.  Quando la salsa sarà pronta insapori tela con un giro d’olio a crudo.

Mettete la ricotta sul fondo del piatto e con un po’ di acqua di cottura della pasta allungatela per distribuirla sul fondo del piatto.

Quando la pasta e la salsa sono pronte impiattate mettendo la pasta sulla ricotta e infine la salsa. In cima le foglie di basilico.

Qualcuno mette il parmigiano. E’ davvero necessario? Se la ricotta è buona no.



Variazione sul tema (solo per gourmet): mi piace aumentare le dosi per avere più residuo di salsa e ricotta. La scarpetta.

venerdì 4 ottobre 2013

L'amore ai tempi del panino | Love in the time of the sandwich

#ilmegliodellasettimana 2

Taratata taratatatata
Dopo una settimana di sosta (forse 2, ma sono ancora abbastanza piccolo da fornire dati approssimativi) torna la rubrica #ilmegliodellasettimana.
Questa volta ho trovato un blog che non è solo un blog.

Lei: Stephanie Smith, giornalista per il New York Post
Lui: Un uomo fin troppo fortunato.

Interno, giorno.

Lui guarda Star Wars, lei prepara per lui un panino. A New York. Praticamente lui sta vivendo la vita dei miei sogni. (NY-Panino-Star Wars: amico, la felicità non è che un momento? Ma tu sei un bel pezzo avanti.)

Lui è entusiasta del panino aggiungi che sta vedendo il Ritorno dello Jedi e tutto sembra possibile. Il rapporto di Luke Skywalker con il padre, insomma, uno in questi momenti può anche lasciarsi andare.
Si dice che l'amore venga dalla pancia. Scatta la sfida: "prepara 300 panini e io ti do l'anello"

sul blog si trovano tutte le ricette: http://300sandwiches.com

E' arrivata a 181 panini.



#thebestoftheweek 2

Taratata taratatata

After a week of waiting (maybe 2, but are still small enough to provide approximate data) back to the address book # ilmegliodellasettimana.

This time I found a blog that is not just a blog.

Her: Stephanie Smith, a journalist for the New York Post

Him: A man too lucky.

Inside, day.

He watches Star Wars, she has prepared for him a sandwich. In New York. Practically he is living the life of my dreams. (NY-sandwich-Star Wars: friend, happiness is not a momendo? But you are a long time below.)

He is excited about the sandwich add that is seeing Return of the Jedi, and anything seems possible. The relationship of Luke Skywalker with his father, in short, one at these times can also let go.

It is said that love comes from the belly. Take the challenge: “You’re, like, 300 sandwiches away from an engagement ring.”

Blog you will find all the recipes: http://300sandwiches.com/

she has arrived to 181 sandwiches.


giovedì 3 ottobre 2013

Omelette mele e ravanelli, Un peu de Paris


La proposta di oggi è qualcosa di leggero e saporito, ma fresco.
Mi piacciono i piatti completi, quelli dove ogni cosa è al suo posto, quelli dove il palato ottiene la sua dose di attenzioni. Perché non si cucina solo per le papille gustative, è bello quando alla complessità dei sapori viene associata una combinazione di consistenze.

Avevo ancora le mele in bella mostra, quelle con il verme per capirci. Volevo farci qualcosa che non fosse tenere il medico lontano, ma esaltarle.

Dovevo mangiare velocemente, ho guardato il frigo e quello che poteva offrire. Uova, dovevo usare le uova.

Quando penso alle uova penso sempre di farle in camicia, sono buonissime, ma sono uno sbattimento e poi ho una statistica: ogni dieci una si rompe. Ecco il conteggio era a 8, per il calcolo delle probabilità avrei fallito. Secondo associazione con le uova? Omelette. Le omelette le ho scoperte a Milano (omelette & baguette) ricordo che nella prima che presi c’erano le mele. Perfetto.

Altro sguardo al frigo. Ravanelli. Quanto sono sottovalutati i ravanelli?

La preparazione è stata rapidissima e dal risultato più che soddisfacente.

Pranzo parigino, perché ogni volta che preparo delle omelette immagino un tavolino rotondo a Parigi. Cliché.

Un piatto cremoso all’esterno, ma con degli ingredienti croccanti. La dolcezza della mela contrapposta al gusto deciso dei ravanelli. Voilà (che è anche la prima parola di francese che ho imparato).

 


Omelette mele e ravanelli

Per 2 omelette


4 uova

Una mela

4 ravanelli piccoli

Grana 
Olio e.v.o.

Origano

Sale e pepe



Per prima cosa sbattete le uova (prima apritele) con sale e un po’ di pepe.

Importante senza formaggio grattugiato, non è una frittata.

Versate in una padella con un po’ di olio e lasciate che il sotto si cuocia, mettete i pezzi di mela e ravanelli solo da una parte così che possa chiudersi agevolmente. Qualche scaglia di grana per dare sapidità.

L’omelette non va girata, quella è sempre la frittata, l’interno deve rimanere un po’ crudo – come dicono i francesi deve rimanere un po’ baveuse. Mettete sul piatto e aggiungete un po’ di origano.

Ho anche tostato la baguette con un filo d’olio e l’origano.

Servire calda.

Variazione sul tema: a casa ne ero sprovvisto, ma al posto dell’origano si potrebbe usare la cannella che con la mela si sposa che è un piacere.


E per concludere: bon appetit